31 maggio 2016


Come tutti ricordano, Fondazione Paracelso ha avviato nel 2009 in Afghanistan e nel 2013 in Zambia due progetti per aiutare i pazienti emofilici.

È importante sottolineare ancora una volta, per chi se lo fosse dimenticato, che nel mondo, in modo particolare nei Paesi più poveri o in quelli martoriati dalla guerra, solo un paziente emofilico su quattro ha accesso a un minimo di cure, gli altri non si vedono. In questi anni, grazie all’aiuto di Fondazione Paracelso, in Afghanistan e in Zambia sono stati diagnosticati centinaia di pazienti emofilici, sono stati organizzati presidi medici per curarli e sono state avviate le procedure per la creazione di Associazioni di pazienti locali che in questo modo hanno potuto accedere ai programmi messi in atto dal WFH (World Federation of Hemophilia) specifici per accompagnare i Paesi all'autosufficienza nell'assistenza agli emofilici.

Il progetto di aiuti continua e proseguono gli invii di farmaci. Con l’ultima spedizione nei primi mesi di quest’anno in Afghanistan le dosi di farmaco spedite hanno raggiunto quota 1.700.000 unità, e su questo ci sentiamo orgogliosi di poter aiutare i pazienti del Paese asiatico.

Anche nel Paese centrafricano la situazione evolve e il numero di pazienti diagnosticati e seguiti dal Centro emofilia legato all’Ospedale di Lusaka sta crescendo. Inoltre le organizzazioni locali di pazienti, nate dopo la nostra prima visita nel 2013, sono state proprio recentemente inserite dal WFH in un programma di gemellaggio con l'associazione statunitense Rocky Mountain Hemophilia Association, un’importante organizzazione no profit americana che assiste i pazienti emofilici o con disturbi del sangue nel Montana e nel Wyoming.

Infine un ulteriore tassello del nostro progetto in Afghanistan prevede la sottoscrizione dedicata al sostegno a distanza dei pazienti del Paese asiatico. Il motivo: sugli oltre 300 pazienti diagnosticati, circa la metà risiedono a più di 150 chilometri da Kabul – dove si trova l’Ospedale –, una distanza che in Afghanistan comporta un viaggio di una giornata su strade disastrate e mezzi di trasporto precari. Un tragitto difficile per chi sta bene, immaginiamo la difficoltà per un bambino o un adulto doloranti a causa di un'emorragia in corso.

Un piccolo aiuto può aiutare i pazienti più deboli a essere curati.

 

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