27 luglio 2016


Su Saluteinternazionale del 20 luglio è stata pubblicata una richiesta di adesione per promuovere una petizione pubblica per consentire a tutti i pazienti affetti da Epatite C di accedere a terapie efficaci senza dover affrontare i costi proibitivi che oggi ci sono a causa di un atteggiamento speculativo di chi produce il farmaco.

La cura della patologia ha infatti un prezzo esorbitante: circa 41 mila euro a trattamento in regime ospedaliero e 74 mila euro per chi acquista il farmaco privatamente in farmacia. È evidente che pochissimi si possono permettere la terapia, e anche il Ministero ha dovuto contingentare i trattamenti solo ai casi più gravi, in quanto non è possibile prevederli per tutti. La decisione del nostro Dicastero non tiene conto però del fatto che proprio nelle fasi precoci della malattia il farmaco produrrebbe gli effetti più efficaci e ridurrebbe l’insorgenza della patologia acuta. Ma di questo ne abbiamo già parlato in un precedente articolo nel novembre scorso.

Il problema che si riscontra in Italia è comune a molti altri Paesi. Negli USA ad esempio il trattamento è ancora più caro (circa 84 mila dollari a ciclo), mentre l’unico Paese che ha avviato la produzione di un farmaco generico che viene offerto a un costo più accettabile è l’India. Molti malati di Epatite C, anche italiani, stanno andando in India a farsi curare.

Dal momento che la casa farmaceutica produttrice del farmaco – il Sovaldi® – “stabilisce il prezzo con l’unico scopo di massimizzare i profitti, a prescindere dalle conseguenze sugli esseri umani”, come affermato in una relazione di un Comitato di Senatori statunitensi incaricato di studiare la situazione, e che oggi produrre farmaci anti-epatite C sotto forma di generici, a un prezzo ragionevole e accessibile, è consentito dallo stesso trattato che regola i brevetti attraverso il meccanismo della licenza obbligatoria, Gavino Maciocco su Saluteinternazionale lancia un appello a tutte le associazioni di pazienti presenti sul territorio nazionale per promuovere una petizione in grado di premere sul Governo affinché insista sul tema della licenza obbligatoria, che di fatto porterebbe alla diminuzione del costo dei farmaci per il trattamento dell’Epatite C.

Prima del lancio di una sottoscrizione pubblica a favore della licenza obbligatoria, – conclude l’articolo di Saluteinternazionale” – l’idea è quella di raccogliere l’adesione di organizzazioni non governative, associazioni di volontariato e di pazienti, associazioni professionali, sindacati, enti (come ordini dei medici e collegi degli infermieri) per condividere insieme una battaglia di giustizia per il diritto alla salute e svolgere una forte e decisa attività di pressione sui decisori politici”.

Fondazione Paracelso ha già aderito all’iniziativa, anche se a oggi, al di là di adesioni di singoli soggetti, le altre Associazioni di pazienti interessate non hanno dato risposta. Auspichiamo che sia solamente una distrazione viste le vacanze imminenti.

Ci auguriamo quindi al rientro dalle ferie di constatare l’adesione anche delle altre Associazioni di pazienti coinvolte dal problema.

 

Leggi l’articolo su Saluteinternazionale del 20 luglio

 

Leggi l’articolo su Saluteinternazionale del 25 luglio


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