21 febbraio 2017


 

La riforma della Sanità del Regno Unito, voluta dal Governo inglese nel 2013, sta mostrando ai sudditi di sua Maestà il suo vero volto: ospedali che non riescono a ricoverare i malati, reparti di emergenza che non sono in grado di seguire le urgenze, chirurgia di elezione sospesa a tempo indeterminato (compresa quella oncologica), chiusura di molti reparti di maternità.

Le conseguenze di un riforma che ha ridotto in maniera drastica i finanziamenti al Sistema Sanitario inglese (NHS – National Health Service) e che ha quasi del tutto privatizzato le prestazioni mediche, sono sotto gli occhi di tutti.

Ma la situazione degli ospedali non è l’unico risvolto negativo della riforma: i tagli alle risorse del settore pubblico hanno drasticamente ridotto i servizi domiciliari – in particolare per gli anziani – e la medicina di famiglia. Si parla di oltre 400.000 persone che in questi anni hanno perso qualsiasi forma di aiuto domiciliare, con la conseguenza che si sono riversati negli ospedali per poter farsi curare, di fatto mandandoli al collasso.

Abbandonare l’assistenza sociale si traduce in un numero crescente di persone che dopo aver ricevuto le cure ospedaliere non possono essere dimesse per la mancanza di supporto a domicilio. Molti dipartimenti di emergenza sono sovraffollati di pazienti che aspettano che si liberi un letto”*.

La reazione del Governo a questa situazione non si è fatta attendere: il Primo Ministro Teresa May – impegnata in questi mesi a negoziare l’uscita dall’Unione Europea – ha "semplicemente" incolpato i medici di famiglia ritenendoli responsabili della situazione, accusandoli di non prestare servizio nel weekend e minacciandoli di ritorsioni economiche.

Questa presa di posizione governativa ha fatto evidentemente alzare i toni: molti rappresentanti dei medici, ma anche deputati dello stesso partito conservatore si sono espressi in maniera forte contro il Primo Ministro, accusandolo di sottovalutare la crisi del sistema e di scaricarne la responsabilità sui medici di famiglia per nascondere le vere cause di questo disastro, che va ricercato nel continuo taglio dei finanziamenti statali al NHS. Riduzione dei contribiti che hanno ridotto in maniera significativa la spesa sanitaria pro-capite, tagliando l’assistenza sociale e portando gli ospedali al collasso.

Ci auguriamo che il “cattivo esempio” inglese sia da monito anche per i nostri governanti che da anni ormai, poco a poco, stanno tagliando i costi della sanità pubblica in Italia.

 

* Ham - C. Political crisis in the NHS. BMJ 2017;356.

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