Si è tenuto a Madrid tra il 21 e il 24 aprile il congresso Wfh 2024. Oltre naturalmente agli aggiornamenti sulle nuove terapie disponibili o in arrivo, si è parlato molto degli aspetti psicosociali legati alla patologia, la cui cura sta entrando sempre più nella pratica clinica anche in paesi con scarse risorse economiche, anche se con fatica. È ormai ampiamente dimostrato che l’attenzione agli aspetti psicosociali, oltre a essere necessaria se si intende curare la persona, migliora l’aderenza terapeutica e quindi la condizione generale del paziente.
Numerose sessioni sono state dedicate alla malattia di von Willebrand e altre malattie emorragiche rare, al rischio della sottodiagnosi e della sottovalutazione dei rischi sia da parte dei clinici che da chi ne è affetto.
Tra le buone notizie un incremento delle persone con emofilia diagnosticate nel continente Africano, che sono passate da 3’000 a 8’000 circa negli ultimi 10 anni. La strada è ancora lunga se si considera che dovrebbero essere circa 90’000 e che circa metà dei paesi africani non è rappresentata in Wfh.
Il tema dell’advocacy è stato trattato ampiamente, con esempi incoraggianti di persone o associazioni che in pochi anni hanno raggiunto risultati straordinari in paesi in cui non c’era alcun tipo di assistenza clinica e sociale.
Infine, molto spazio è stato dedicato alla questione della medicina di genere e alla scarsa attenzione rivolta alla cura delle donne con problemi della coagulazione fino ad ora.
Quest’ultimo tema, anche uscendo dall’ambito dell’emofilia, è stato anche l’argomento del nostro simposio del 20 maggio 2024.