Fondazione Paracelso ha realizzato uno studio condotto dalla professoressa Antonella Delle Fave e il dottor Luca Negri del Dipartimento di Psicologia dell'Università degli Studi di Milano sul tema della resilienza. Le premesse dello studio affondano le loro radici in un cambiamento significativo che interessa l'approccio terapeutico, oggi rivolto sempre più alle risorse dell'individuo, ai suoi lati forti, alle sue potenzialità, come punti di leva per supportarne la crescita personale e l'inserimento sociale.

 

LA PROMOZIONE DEL BENESSERE: DIMENSIONI PSICOLOGICHE E SOCIALI

 

Premesse teoriche. Dopo decenni in cui la medicina e la psicologia clinica si erano esclusivamente occupate di come correggere e compensare i deficit, oggi si presta attenzione alle risorse dell'individuo, ai suoi lati forti, alle sue potenzialità, come punti di leva per supportare la crescita personale e l'inserimento sociale. Questo approccio ha dirette conseguenze sulle politiche sociali, in quanto enfatizza la prevenzione rispetto alla cura, la valorizzazione dell'individuo e delle sue abilità rispetto alla riduzione dei suoi problemi. Il benessere è tradizionalmente definito attraverso indicatori oggettivi quali reddito, livello di istruzione e condizioni di salute. Tuttavia, è altrettanto importante considerare gli indicatori soggettivi del benessere, a partire dalle valutazioni che gli individui stessi forniscono del proprio stato di salute, del grado di soddisfazione nei diversi ambiti della vita, dei risultati conseguiti e degli obiettivi futuri (Veenhoven, 2002). Alla luce del modello biopsicosociale, inoltre, la disabilità e la malattia (soprattutto se cronica) non rappresentano deviazioni dalla normalità, ma variazioni del funzionamento umano, che originano dall'interazione tra caratteristiche individuali e caratteristiche dell'ambiente fisico e sociale. In questa prospettiva il contributo diretto dei pazienti alla ricerca e all'intervento, attraverso la loro valutazione della propria qualità di vita e delle risorse personali, familiari e sociali, diventa prioritario. Solo in questo modo gli interventi possono soddisfare le effettive esigenze delle persone, anziché rispecchiare le aspettative sociali e medico-cliniche – non sempre corrispondenti a bisogni reali degli individui.

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Peraltro, la qualità della vita non dipende semplicisticamente dalle condizioni di salute: persone con patologie croniche individuano più spesso di quanto non si pensi conseguenze positive della malattia. Conoscere l'esperienza che queste persone associano alle attività quotidiane e le loro modalità di interazione con le opportunità ambientali può evidenziare risorse e potenzialità individuali, enfatizzare carenze e offerte dell'ambiente, valorizzare l'apporto che il singolo può fornire al contesto culturale in cui vive.

 

Obiettivi, campione e procedure. Allo scopo di valutare le risorse individuali e contestuali in vista di un'effettiva promozione dell'autonomia e dell'integrazione delle persone con emofilia, questo progetto coinvolgerà 100 partecipanti, residenti in 5 diverse regioni italiane e distribuiti su diverse fasce di età, in funzione delle diverse tipologie di trattamento succedutesi negli ultimi 50 anni.  La percezione del benessere, delle risorse e della qualità di vita dei partecipanti saranno valutati attraverso a) un'intervista semi-strutturata di tipo qualitativo e b) alcuni strumenti correntemente impiegati nella ricerca psicologica: Eudaimonic and Hedonic Happiness Investigation (EHHI), che fornisce informazioni sui livelli di benessere, di felicità e sulla definizione degli obiettivi di vita, attraverso item su scala e domande aperte (Delle Fave et al., 2011); Mental Health Continuum short form (MHC-SF) che, attraverso 14 item analizza il benessere emotivo, sociale e psicologico (Keyes, 2002, 2005) e la Resilience Scale for Adults (RSA), che analizza la resilienza come costrutto multidimensionale, indagandone  le dimensioni psicologiche e disposizionali, e i fattori contestuali, come la coesione familiare e il supporto esterno (Friborg et al., 2003).

 

Risultati attesi. L'analisi dei dati raccolti permetterà di sviluppare linee guida utili allo sviluppo di programmi di intervento centrati sulle risorse individuali e non sulle aspettative sociali. Questo progetto è importante in questa prospettiva in quanto si prefigge di promuovere un effettivo ed efficace incontro tra i bisogni e le potenzialità dell'individuo – da un lato – e le opportunità sociali per la crescita e l'integrazione.

 

Bibliografia 

  • Delle Fave, A., Brdar, I., Freire, T., Vella-Brodrick, D., e Wissing, M.P. (2011). The Eudaimonic and Hedonic Components of Happiness: Qualitative and Quantitative Findings. Social Indicators Research, 100, 185-205.
  • Friborg, O., Hjemdal, O., Rosenvinge, J. H., e Martinussen, M. (2003). A new rating scale for adult resilience: What are the central protective resource behind healthy adjustment? International Journal of Methods in Psychiatric Research, 12(2), 65-76.
  • Keyes, C.L.M. (2002). The mental health continuum: From languishing to flourishing in life. Journal of Health and Social Behavior, 43, 207–222.
  • Keyes, C.L.M. (2005). Mental illness and/or mental health? Investigating axioms of the complete state model of health. Journal of Consulting and Clinical Psychology, 73, 539–548.
  • Veenhoven, R. (2002). Why social policy needs subjective indicators? Social Indicators Research, 58, 33-45.

 

Il progetto è stato realizzato con il sostegno di Bayer.


 

 

 

Allegati:
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